Pillole

Quando internet veicola dolore e speranza

 Come ligure dovevo dedicare sulle pagine del mio blog almeno un pensiero alla tragedia  che ieri ha colpito Genova, la Superba con il capo chino che conta le sue vittime e mentre  spala il fango, allontanandolo da abitazioni e negozi, cerca anche di allontanare dalla  mente immagini che sono passate davanti ai nostri occhi grazie a tutti i media. L’immagine  che ho scelto a corredo di questo post si riferisce al quotidiano Il Secolo XIX, stampato in  occasione di un’altra terribile calamità naturale, l’alluvione del 1970, ed il messaggio  “Genova resiste” è proprio quello che di cuore rivolgo a tutti coloro che si trovano nelle  zone flagellate dal maltempo.

I media, certo, tv e carta stampata, ma il ruolo dominante questa volta l’ha avuto internet ed il suo immenso potere comunicativo che raggiunge chiunque, in qualunque momento. Prima ancora dell’encomiabile lavoro dei giornalisti della rete Primocanale e della disagiata sede Rai del capoluogo i cronisti sono stati i semplici cittadini, armati di uno smartphone e di una connessione ala rete, che ci hanno mostrato senza censure la realtà e la paura, il fango e la forza dirompente dell’acqua. Ieri, tra i tanti appelli che si levavano da una città ferita, uno riguardava proprio internet: si chiedeva a chi disponeva di energia elettrica e di un collegamento alla rete wi-fi di rimuovere temporaneamente la password, rendendo così liberi ed accessibili a tutti quei pochi accessi disponibili e così preziosi.

Pensiamo alla convergenza della rete: non solo consultazione di notizie, visione di filmati ed ascolto di sequenze audio ma anche strumento per inviare sms, magari per rassicurare un familiare, di fronte alle difficoltà accusate anche dalla telefonia tradizionale e dai ponti radio messi a dura prova. Internet è molto più che un “servizio”, internet è divenuto un tassello fondamentale ed oserei dire imprescindibile della nostra vita quotidiana. Per questo, parlando della rete, ha senso utilizzare il termine “libera”, unitamente alla definizione “accessibile a tutti”. Questo deve essere internet. Con una chiara ed evidente limitazione: la libertà di ciascuno di noi termina laddove inizia la libertà del nostro vicino.

 

Andrea Cartotto

Trainer Andrea

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