Ricercare e scaricare una immagine da #Google non ci mette mai al riparo da possibili violazioni del diritto d’autore, soprattutto in ambito scolastico e professionale.
Vi piacerebbe ritrovare, ad esempio, in un gigantesco cartellone pubblicitario, una bellissima immagine scattata da voi senza che nessuno vi abbia avvisato? Fortunatamente, ci sono ottime e famose risorse #online che ci consentono, in tutta sicurezza, di ricercare (e far ricercare) immagini accattivanti e di alta qualità in tutta sicurezza e libere da #copyright. Ve lo racconto qui, con un linguaggio come di consueto davvero accessibile a tutti. Come sempre, graditi/e feedbacks e condivisioni!
E’ capitato anche voi di guardare e riguardare una foto trovata in rete ipotizzando che sia stata ritoccata ad arte? Con le tecniche di Photoshop (o dell’eccellente alternativa open source Gimp), una mano sufficientemente esperta ed un pizzico di estro creativo anche l’occhio più allenato può essere ingannato.
Se vogliamo però soddisfare la nostra curiosità e fare una sorta di esame del dna di un’immagine, per capire se lo scatto sia originale o frutto del fotoritocco, ci viene in aiuto un piccolo programmino gratuito, in lingua inglese, Jpeg Snoop, scaricabile direttamente qui, cliccando poi su free download.
Il suo funzionamento è piuttosto semplice anche per i neofiti: una volta installato infatti, dovremo semplicemente cliccare su file e quindi su open per importare all’interno del software l’immagine che vogliamo passare ai raggi x ;-).
fig. 1 – il report testuale di Jpeg Snoop
Ci verrà restituito un riepilogo testuale piuttosto lungo ed accurato, in cui figurano anche marca e modello del dispositivo che ha effettuato lo scatto (fig. 1) : scorrendo l’elenco sino al termine, troveremo il responso di nostro interesse, che ci dirà – a seguito di un’analisi accurata effettuata grazie ad un sofisticato algoritmo – se l’immagine è “come mamma l’ha scattata” o se vi sono tracce di editing, anche minime.
Il breve commento offerto dal software è in lingua inglese ma di agevole comprensione. Se infatti ci troveremo davanti ad un testo come quello che troviamo nella figura 2, allora potremo presumere che l’immagine abbia subito delle modifiche. In alternativa, Jpeg Snoop può comunicarci che l’immagine da lui analizzata si presume originale oppure che non è riuscito ad avere abbastanza elementi per fornirci un esito circa la presenza o meno di ritocco fotografico.
Un programma insomma che fa del suo punto di forza la semplicità di utilizzo, accettando una pur ragionevole soglia di errore che, d’altronde, è comprensibile dal momento che l’analisi delle immagini si basa sui cosiddetti metadata, insieme di informazioni che le nostre macchine digitali compatte o reflex ed i nostri smartphone memorizzano non appena effettuiamo il più classico dei “clic” sul pulsante dello scatto.
Alla presenza di un pubblico entusiasta e delle autorità invitate per l’occasione, sono intervenuto al vernissage della mostra fotografica del talentuoso fotografo ligure Luca Lombardi dal titolo Femme Létales con cui ho già avuto occasione di collaborare con soddisfazione ad un recente progetto incentrato sulla sicurezza informatica presso il comune di Albenga.
Da sinistra, una giovane modella (protagonista anche di alcuni scatti della mostra), il fotografo Luca Lombardi e me, ultimo da sinistra
Prima ancora di collaborare con Luca al Seminario sulla Sicurezza Informatica e Telematica che ho organizzato per l’Istituto Giancardi – Galilei – Aicardi di Alassio in collaborazione con la mia azienda, IstitutoFormazione Franchi, avevo notato su Facebook che il nostro fotografo aveva una curiosa e buona abitudine: scrivere post dal carattere ironico o talvolta più serioso per chiarire in particolare alle giovani ragazze affascinate dalle luci della ribalta del mondo dello spettacolo e della moda che, soprattutto in rete, non è tutto oro ciò che luccica e che bisogna prestare attenzione ai falsi professionisti che – illusoriamente – si servono anche del mezzo internet per cercare in realtà null’altro che un contatto con loro.
Da lì è nato il primo invito che ho rivolto a Luca a collaborare con me e con noi, in qualità di affermato esperto nel settore della fotografia, riconoscendogli soprattutto l’impegno a svolgere il suo lavoro con serietà ed in maniera etica, nel pieno rispetto di eventuali soggetti minorenni ed evitando volgarità e contenuti inutilmente espliciti.
Una dimostrazione pratica di questo cammino professionale da lui intrapreso è la sua mostra personale di scatti “Femme Létales”, ospitata per un mese presso la Sala d’arte del Nyala Suite Hotel a Sanremo. L’idea è semplice: un progetto con una precisa direzione artistica in cui, con l’aiuto della truccatrice Daniela Mazzucchelli e la prestigiosa collaborazione dell’artista internazionale Federico Bozzano (sue le ambientazioni digitali del film Avatar, record di incassi al botteghino), sono state scelte delle giovani ragazze, studentesse, rigorosamente non professioniste, che si sono divertite a vestire i panni di alcuni tra gli animali più “feroci” del mondo di fronte all’obiettivo del fotografo, in un voluto gioco di contrasti.
Il momento in cui ho consegnato l'attestato dell'Istituto Formazione Franchi a Luca Lombardi
Io ero presente come responsabile per la regione Liguria dei progetti didattici di Istituto Formazione Franchi ed ho consegnato nelle mani di Luca un attestato che gli abbiamo riconosciuto con piacere per la sua attenzione verso i facili rischi a cui possono essere esposti soggetti più vulnerabili come i giovani, e per la qualità delle sue immagini.
Un progetto insomma che ho sposato con piacere, anche nell’ottica di quella formazione rivolta a tutti, da anni finalità importante dei numerosi corsi che io e tanti altri valentissimi colleghi teniamo con passione nelle varie località italiane e all’estero.
Una panoramica del pubblico intervenuto numeroso al vernissage della mostra